Fine anno pastorale, la traccia del Rosario da recitare in comunità.
Il vescovo Lauro: “Come Maria, orecchio docile al sussurro del Padre e braccia aperte alla relazione”.
Nel cuore del mese mariano, la Diocesi di Trento, per iniziativa dall’Area Annuncio, mette a disposizione di parrocchie e comunità una traccia per la recita del Rosario in questi ultimi giorni di maggio, che coincidono anche con la fine dell’anno pastorale. La proposta raccoglie anche l’invito di Papa Francesco di pregare per la fine della pandemia e al tempo stesso sollecita a porre l’attenzione su chi ha sofferto e soffre tuttora in questi difficili mesi di emergenza collettiva.
“Papa Francesco lo segnala da tempi non sospetti e ben prima – precisa nell’introduzione il vescovo Lauro – della crisi sanitaria: la Chiesa vive un’”emergenza-preghiera”. Fatichiamo a cogliere la bellezza dell’invito di Dio a dialogare con lui e spesso non gustiamo l’ebbrezza di rispondere, insieme, a quell’invito. La vera dinamica della preghiera è risposta a un appello e disponibilità all’ascolto: come Maria, orecchio docile al sussurro del Padre e braccia aperte alla relazione con gli altri. È con questa modalità che vorrei invitare la nostra Diocesi a pregare, in particolare in quest’ultima settimana di maggio. Non solo un’invocazione a far cessare la pandemia, sarebbe riduttivo. In ballo c’è, piuttosto, il destino del nostro cuore: esso è efficace non quando richiama a sé il sangue, ma quando lo spinge verso l’esterno. Un cuore sano batte per gli altri organi. Domandiamo a Dio – attraverso l’intercessione di Maria – di renderci immuni alla cancellazione della memoria, di porre in noi la resilienza di Gesù, ovvero la capacità di trasformare la difficoltà in opportunità, e di infondere il gusto della fraternità. Con un cuore attento a tutti i “feriti” di quest’ora della Storia”.
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