“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria”. La vita si fa storia

Domenica 24 maggio si è celebrata la 54° Giornata  per le comunicazioni sociali avente come tema «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria» (Es 10,2). La vita si fa storia. (Qui il messaggio integrale di Papa Francesco).
Suggeriamo il film “Felicia Impastato”, che ricostruisce la personale battaglia contro la mafia della madre e del fratello minore di Peppino Impastato, fatto letteralmente a pezzi dalla mafia nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978. Ma lei (classe 1916), non si lascia intimidire e persevera: si costituisce parte civile, avvia un’azione personale di affermazione della verità, quella verità che le istituzioni non sono in grado di affermare, quella verità che il paese conosce ma non vuole dire e neppure sentir dire. Così lei spalanca porte e imposte di casa sulla pubblica via e mostra a tutti chi era e cosa faceva realmente Peppino Impastato e perché la mafia lo ha eliminato.

Perché Felicia sa che quella mafiosa è una cultura da sradicare e non lo si fa né con la vendetta, né con le armi: “la mafia si combatte con le parole, non con le pistole”. È il suo vangelo.

Leggi qui l’articolo “La parola di Felicia” di Cecilia Salizzoni su Vita Trentina.

È l’importanza della narrazione il tema al centro del Messaggio per la 54ª Giornata delle comunicazioni sociali, celebrata domenica 24 maggio. Infatti, osserva papa Francesco, per non smarrirsi luomo ha bisogno di respirare la verità di racconti buoni. Cioè «storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme». Occorre cioè ritornare a una narrazione umana, «che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri».

In quest’occasione Vita Trentina inaugura il suo nuovo portale web: Diego Andretta, il direttore, augura la gioia di raccontarci  “buone storie” nell’incontrare lettori fedeli e navigatori occasionali e per favorire un dialogo quotidiano, in stile conciliare.